Siam le strade, siam le piazze. Accorrete tutti!

Prenderà il via la sera di giovedì 17 dicembre, a Sassari, l’originalissima mostra realizzata dal Circolo culturale Aristeo, che prevede la trasformazione della pavimentazione di piazza Fiume in una mostra calpestabile. Sarà un viaggio nel passato da compiere attraverso l’originale e innovativo allestimento proposto, per la prima volta in Sardegna, da Stefano Serio e Simonetta Castia. L’antica “piazza Ospedale”, si trasformerà in uno scenario multicolore e variegato, dove un carosello di figurine, suggestive vedute della città e immagini d’epoca, costituirà la trama aperta e creativa dell’antica città murata e delle sue Appendici, nella speciale narrazione proposta dal Circolo Aristeo. Un racconto in cui il tempo si ferma per invitare i passanti curiosi a esplorare, con leggerezza e curiosità, dall’alto in basso, i propri “passi”.

Un allestimento originale e innovativo, dunque, una installazione visiva e calpestabile che invade gli spazi pavimentali della piazza, e che si sviluppa lungo un percorso adesivo sul selciato a partire da una mappa ricopiata a mano, quasi un taccuino da viaggio, che riproduce la caratteristica losanga allungata della pianta di Sassari. Un itinerario nel tempo che si rivelerà con la gradualità della posa in opera, un work in progress che tenta di richiamare il dinamico fluire della vita del tempo.

Aristeo invita tutti a un viaggio nel passato a nome delle strade e delle vie di Sassari, che condurranno il visitatore lungo una ideale passeggiata per il centro storico, restituendo la percezione della secolare stratificazione della loro storia in un tutto e che offra alla vista la straordinarietà della nostra memoria, nella sua quotidianità, nell’immutato splendore delle immagini d’epoca e nella loro narrazione.

Il titolo, che ha un senso volutamente evocativo, riecheggia il clima e i motti in uso nel tardo Ottocento: «Accorrete tutti!» ripropone infatti lo slogan di una pubblicità presente nelle pagine dei giornali, mentre «Siam le strade, siam le piazze» è l’attacco di un ironico pezzo che la cronaca del quotidiano La Nuova Sardegna dedicò, nel 1901, alla descrizione di un ipotetico comizio di piazza svoltosi tra le vie e le strade di Sassari all’indomani del censimento comunale, una vera e propria rivoluzione toponomastica richiamata delle targhe stradali Ginori di Firenze fornite al Comune di Sassari in occasione del censimento del 1901: «Siam le strade, siam le piazze / E i vicoli di Sassari / Che per un ricorso magico / Oggi noi possiam riunirci qui…» con il seguito leggibile in piazza Fiume, insieme al resto.

Alla vigilia delle celebrazioni dei settecento anni degli Statuti sassaresi e del centro storico cittadino, anche Aristeo inaugura il proprio anno di divulgazione, fatto di mostre, viaggi emozionali e attività di animazione creativa, che dureranno sino a tutto il 2016.

La scelta di una piazza meno centrale rispetto al tessuto cittadino si spiega innanzitutto con la volontà di riqualificare idealmente, non certo storicamente, il cuore pulsante delle Appendici, lo sviluppo urbano delle Sassari nuova tanto cara a Enrico Costa, lo storico che scelse per vivere proprio una casa che aveva «in faccia l’ospedale e le carceri nuove a mano manca!». Da questo punto di vista all’interno del percorso, entro una delle nove nuvole che compongono il block notes del turista demodè, sarà possibile cogliere l’invito a onorarne il nome in modo meno ideale.

Con questa mostra si recuperano gli esiti dell’attività istituzionale che da anni ARISTEO conduce in funzione del recupero e della valorizzazione del centro storico di Sassari, partendo dalla descrizione fatta da Enrico Costa e soffermandosi attentamente sui numerosi riferimenti che è dato cogliere nell’ambito della produzione giornalistica, archivistica e storiografica del tempo.

L’allestimento, che potrà essere visitato e “calpestato” tutti i giorni, fino al 15 gennaio 2016, è stato realizzato con il contributo e il patrocinio del Comune di Sassari, della Fondazione Banco di Sardegna e il patrocinio dell’Università.