Reliquie di Sardegna

Reliquie di SardegnaMemorie dall’Ottocento

Aristeo ha promosso e realizzato, d’intesa con l’Amministrazione comunale di Sassari e l’Ateneo di Sassari, in accordo con la Marina di Stato e il Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate, un’iniziativa legata ai medesimi festeggiamenti celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
È stato impostato un piano di studio e ricerca volto all’allestimento di una prestigiosa mostra, dedicata a un tema che assume un forte valore simbolico sia in relazione al passato di Sassari che al grande amore per la sua storia che connota l’attività di Enrico Costa: ossia lo studio, sotto il profilo simbolico e storico, delle otto Memorie di Sassari raffigurate in una preziosissima tavola illustrata all’interno dell’Archivio pittorico della città di Sassari, diplomatico, araldico, epigrafico, monumentale, artistico e storico, opera ceduta al comune di Sassari nel lontano 1937 dall’erede Guido Costa: «la mano di giovinetta donata da Efisio Marini alla città di Sassari; la falange dell’indice destro di Domenico Alberto Azuni; il busto di Giuseppe Giordano e di Luigi Luzzatti; lo stipo (realizzato dai fratelli Clemente) per la custodia della bandiera donata nel 1899 dalle “Donne Sarde” alla Corazzata Sardegna; l’urna contenente un frammento del cranio di Efisio Tola; la toga e sottotoga appartenente a Pasquale Tola e la medaglia di deputato di P. Tola». Otto memorie che evidenziano non solo la devozione che Costa nutrì per la città natale, fatto «che costituisce certamente la nota dominante dell’Archivio pittorico», ma che lega in parte quest’aspetto, non diversamente dalle inclinazioni patriottiche del tempo, allo spirito di appartenenza ad una nazione di recente costituzione. A questa base iconografica e quasi di reliquia antiquariale ottocentesca si appoggiano alcuni altri riferimenti pregnanti, quali il celebre sudario di Garibaldi che, insieme a molti dei beni descritti dall’autore, facevano o fanno ancora parte delle collezioni del Comune di Sassari.

La mostra | Sassari, Palazzo dell’Infermeria S. Pietro, 17 marzo – 8 maggio 2011
All’indomani del centenario di Enrico Costa (1841-1909) si sono curati gli aspetti divulgativi del ricchissimo programma attuato nel 2009, allo scopo di focalizzare l’attenzione e l’interesse dei cittadini sulle proprie radici, considerando gli incoraggianti esiti delle prestigiose manifestazioni organizzate per la celebrazione del centenario del grande scrittore e studioso sardo.
Per questo motivo l’Associazione culturale Aristeo ha realizzato un’iniziativa volta alla promozione del patrimonio identitario della Sardegna post-risorgimentale attraverso l’allestimento di una mostra tematica e un ciclo di incontri caratterizzato dalla partecipazione di esponenti del mondo della cultura e della società contemporanea, chiamati ad animare un confronto che potesse coinvolgere i cittadini lungo un percorso volto alla riscoperta delle radici della nostra storia.
Ha fatto parte integrante del programma, l’idea di dar luogo ad un incontro tra storia e letteratura, un connubio tra il messaggio delle “Virtù patrie”, così come sono state vagheggiate e raffigurate nelle tavole dell’Archivio Pittorico di Costa, e la libera interpretazione che coerentemente ne è scaturita dall’approccio offerto da alcuni tra i più importanti scrittori contemporanei sardi. Una sorta di piccolo e provocatorio manifesto culturale di memorialistica sarda vista con gli occhi di oggi, un piccolo zibaldone filtrato dalle memorie di Costa, a loro volta minime gemme antiquariali di storia locale che lasciano trasparire, nonostante il forte sapore di impronta provinciale, una marcata matrice post-risorgimentale e di positivo progresso.
Hanno aderito all’iniziativa alcuni tra i rappresentanti più significativi della peculiare fioritura letteraria di questi ultimi anni, per la realizzazione di un testo ispirato alle “memorie”. Tra questi: Giorgio Todde, Giulio Angioni, Gianni Marilotti e Annalena Manca. A ciascuno di loro è stato chiesto di elaborare un componimento scritto nella logica di rivisitare liberamente il messaggio, i personaggi e i valori sottesi a queste memorie dall’Ottocento.